Vi proponiamo in anteprima un saggio di prossima uscita su Articolo 33 dedicato ad una vicenda dimenticata della Shoah.
La strage perpetrata dai nazisti nei confronti dei più piccoli coinvolse circa un milione e mezzo di bambine e di bambini, per la quasi totalità ebrei e rom. “L’essenza della più immane catastrofe organizzata e tollerata dalla civiltà occidentale”, come racconta in Nascere con la stella, la studiosa americana Deborah Dwork.
Ma ci sono tante storie sulla Shoah di cui si parla ancora poco, di cui si sa ancora poco.
Bruno Maida, nel suo libro La shoah dei bambini, ha affrontato un argomento ancora oggi in larga parte sconosciuto. Ce lo racconta Francesca Baldini, in un pezzo di prossima pubblicazione su Articolo 33 che vi offriamo in anteprima, in occasione della giornata della memoria 2021: la storia dei bambini “nascosti”.
La storia di quei bambini che per salvarsi la vita dovettero accettare il rinnegamento della loro identità venendo affidati dai genitori ad associazioni cattoliche, a nuclei familiari autoctoni, a singole persone. Allontanati dal nido domestico, separati dai genitori, questi bambini, questi adolescenti, costretti a divenire adulti troppo presto, decisero di affidare le loro pene quasi esclusivamente alla scrittura di diari nei quali parlano del loro continuo incubo. Anche loro furono, come ci dimostrano i loro scritti, dei “resistenti”.
“Essi infatti resistettero quando, scrive Francesca Baldini, a seguito delle aberranti leggi razziali, dovettero subire l’umiliazione di essere separati dai loro compagni ed espulsi dalle scuole; resistettero quando, in ossequio a pregiudizi razziali che impedivano di condurre una vita normale, dovettero adattarsi a portare – quasi fosse un marchio d’infamia – la stella di David; resistettero quando si adattarono a vivere negli spazi angusti dei ghetti. Ma soprattutto resistettero quando, «assediati dalla paura di essere catturati», lottarono per la loro sopravvivenza, potendo contare solo su quella parte di ‘giusti’ non ebrei che non si erano ritratti dal porgere loro protezione e riparo. Anche molti di loro, alcuni decenni dopo, si sarebbero affidati alla parola, scritta o orale, divenendo “testimoni del tutto particolari”.
Fino agli anni ’90 la narrazione di queste vicende è stata ottenebrata dal risalto riconosciuto esclusivamente alle storie di deportazione. Solo a partire dall’incontro avvenuto a New York nel maggio 1991, durante il First International Gathering of Children Hidden during World War II, questo particolare aspetto della persecuzione antiebraica ha assunto la giusta rilevanza, tanto da indurre lo scrittore Eli Wiesel a domandarsi come fosse stato possibile negare così a lungo spazi di testimonianza a queste piccole vittime, quando appare piuttosto evidente che la loro tragedia era stata davvero grande.
Oltre a questo interessante articolo di Francesca Baldini vogliamo riproporvi alcuni contenuti pubblicati dalla casa editrice Edizioni Conoscenza che dal 2000, anno dell’istituzione della Giornata della Memoria, si è sempre impegnata ad onorarla con contenuti e iniziative che non vogliono essere una semplice celebrazione della giornata, ma che vogliono soprattutto mantenere vive le testimonianze dei sopravvissuti che sono ormai quasi tutti scomparsi. Per non dimenticare.